Note informative e divulgative, redatte dal prof. Mario Mattia, nell'ambito delle sue passate esperienze di ricerca e coordinamneto scientifico nello studio della cura degli acufeni.


COSA SONO GLI ACUFENI


Per "acuféni" ("tinnitus") si intende quel disturbo costituito da rumori che sotto diversa forma ( fischi, ronzii, fruscii, crepitii, soffi, pulsazioni, ecc.) si originano all'interno del corpo umano o all'interno dell' apparato uditivo stesso; essi vengono illusoriamente percepiti alla loro prima comparsa come fastidiosi suoni provenienti dall'ambiente esterno.
Varie sono le classificazioni degli acufeni proposte dagli studiosi nell'arco di mezzo secolo. Noi proponiamo, in quanto più rispondente alla realtà e alle differenti possibilità terapeutiche, la suddivisione degli acufeni in "audiogeni" (o "endogeni") e "non audiogeni" (o "esogeni"): infatti le moderne tecniche di valutazione della funzionalità uditiva ci permettono di rilevare anche minime alterazioni dell'apparato uditivo e di tracciare correlazioni attendibili con la presenza di acufeni.
"Audiogeni" sono gli acufeni ad alta probabilità di insorgenza da un danno o una disfunzione dell'apparato uditivo a livello della chiocciola o delle vie nervose uditive: in questi casi l'orecchio registra e trasmette rumori provenienti patologicamente dal proprio interno; per acufeni "non audiogeni" si intendono quelli che originano in patologie e disfunzioni situate al di fuori dell'apparato uditivo, in altri organi od apparati, come quello vascolare, muscolare, articolatorio e che vengono solo percepiti dall'orecchio come può fare un semplice microfono e quindi trasmessi al sistema nervoso. In effetti anche alcuni acufeni provenienti dall'orecchio come quelli causati da presenza e movimento di secrezioni catarrali fra tromba di Eustachio e cassa timpanica dovrebbero essere considerati "non audiogeni" o "esogeni" in quanto la loro origine è al di fuori del complesso chiocciola-vie nervose uditive.
La classificazione spesso proposta fra acufeni "soggettivi" ed "obiettivi" in base alla possibilità di obiettivare cioè di registrare direttamente con strumenti biomedici la presenza di acufeni a noi non appare sufficientemente realistica in quanto ad oggi non esiste ancora, tranne rarissimi casi, tale possibilità. Siamo però convinti che con l'evoluzione delle moderne tecniche di registrazione delle "emissioni otoacustiche" provenienti dalle cellule sensoriali della chiocciola, con l' avanzamento delle tecniche di registrazione dei "potenziali evocati uditivi" e delle tecniche di imaging funzionale e dinamico neuro-radiologico si potranno in breve tempo costituire le basi per una svolta anche in tale direzione.

È stato calcolato che nella popolazione priva di difetti uditivi un soggetto su dieci soffre od ha sofferto di acufeni, mentre nella popolazione con ipoacusia, cioè con riduzione uditiva, ne soffre circa il 50%.

Oltre il 20% della popolalazione ha avuto esperienza non traumatica di acufene. Di questi il 7% necessita dell'assistenza del medico otorino, per il 5% provoca disabilità e per il 2% provoca grave handicap.
Alcune delle principali cause mediche scatenanti gli acufeni sono:
1- Otosclerosi
2- Malattia di Ménière
3- Malattie acute e criniche dell'orecchio esterno e medio
4- Trauma acustico e barotrauma
5- Sordità improvvisa
6- Sordità autoimmuni od immuno mediate
7- Sordità genetica od ereditaria
8- Presbioacusia
9- Trauma cranico
10- Neurinoma del nervo acustico (VIII)
11- Farmaci ototossici
12- Disordini vascolari, ipertensione
13- Disordini Maxillo facciali ed ATM ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE
14- Diabeta, Ipotiroidismo, dismetabolismi in genere
15- Stress.

Ove non regrediscano entro i primi mesi vi è un'alta probabilità che gli acufeni persistano negli anni successivi.

Purtroppo questo disturbo, solo apparentemente banale, tende a creare un vero e proprio stato invalidante, coinvolgendo l'assetto psicologico ed emozionale del malato, la sua vita di relazione, il ritmo sonno-veglia, le attitudini lavorative, il livello di attenzione e concentrazione, inducendo o potenziando stati ansioso-depressivi, in una parola interferendo sulla qualità della vita.

I numerosissimi soggetti colpiti da questo disturbo attendono da tempo che la scienza, riesca a dare loro nuove e concrete speranze e che la fatidica ed angosciante frase "mi dispiace non c'è niente da fare, si rassegni a convivere con questo disturbo" ancora troppo spesso pronunciata dallo specialista alla fine della visita, venga superata da proposizioni terapeutiche efficaci.
Sicuramente oggi la comunità medica e scientifica è in grado di assumere di fronte al problema degli acufeni un atteggiamento più costruttivo rispetto al passato.


L'ACUFENE E' CURABILE?



Relazione su ottimi risultati raggiunti con il programma integrato per la cura degli acufeni (2001 dr M. Mattia)

Da LA NAZIONE di Firenze di sabato 6 luglio 2002: IL CASO/ Una malattia rara e fastidiosa


ALCUNE TRA LE PIÙ RECENTI NOVITÀ SCIENTIFICHE IN GRADO DI INFLUENZARE POSITIVAMENTE LE PROSPETTIVE DI TRATTAMENTO DEGLI ACUFENI ED UTILIZZATE NEL PROGRAMMA ACUFENI


  • E' in atto un sostanziale miglioramento delle tecniche di trattamento riabilitativo dell'acufene su base neuro-psicologica e comportamentale senza necessità di supporto farmacologico. Tali progressi operativi sono legati sia alle attuali conoscenze sul coinvolgimento del sistema nervoso centrale nei processi di mantenimento e nell'evoluzione degli acufeni anche quando l'origine del disturbo è del tutto periferica, sia all'individuazione nel "sistema limbico" del centro nevralgico che causa l'instaurarsi di complicanze neurovegetative, emozionali e comportamentali, loro stesse concausa di stabilizzazione o aggravamento dell'acufene. E' oggi pertanto possibile mettere a punto e personalizzare innovativi protocolli riabilitativi rivolti a modificare attivamente la "reazione" del soggetto alla presenza di acufeni e a ridurre l'intensità del disturbo aumentandone la tollerabilità anche mediante l'ausilio di dispositivi acustici quali micromiscelatori o sorgenti di suoni naturali. La TRT (Tinnitus Retraining Therapy) costituisce, se condotta da personale riabilitativo specializzato, la metodica base di tale intervento ed uno dei punti cruciali dei programmi di trattamento degli acufeni da cui può dipendere il successo dell'intero programma di cura.
  • Sul versante prettamente medico farmacologico alcune recenti esperienze in campo neurobiologico fanno ben sperare. Da un lato sono da sottolineare le ricerche sulle sostanze neuromodulatrici e neurotrasmettitrici cioè su quelle sostanze chimiche che sono essenziali per la trasmissione degli stimoli dalle cellule sensoriali alle fibre nervose o fra un neurone e l'altro neurone; tali ricerche hanno permesso di individuare recentemente con una certa precisione quali sono le sostanze coinvolte nell'attivazione della sensazione uditiva e quali sono alcune delle modificazioni a loro carico in alcune patologie uditive. E' realisticamente ipotizzabile che alcuni tipi di acufene possono essere legati ad una alterazione di tali sostanze a livello delle sinapsi uditive e pertanto definibili come acufeni sinaptici cocleari (vedi quanto già sopra riportato): in tali casi un trattamento farmacologico specifico può essere preso in considerazione, anche se con la necessaria prudenza e cautela. In secondo luogo sono sempre più frequenti le segnalazioni scientifiche sui vistosi processi di deterioramento ossidativo e di rapido invecchiamento delle cellule uditive proprio in quanto sede di metabolismo molto attivo; sono parallelamente già disponibili dati scientifici sull'effetto biologico benefico di sostegno sui tessuti uditivi danneggiati o disfunzionanti esercitato da particolari sostanze antiossidanti ed anti radicali liberi. L'aspetto farmacologico viene adeguatamente preso in considerazione nei protocolli medici specialistici ma il successo è sempre condizionato dal raggiungimento dell'obiettivo riabilitativo attivo di cui al punto precedente.

ACUFENI: SINTESI DEL PROGRAMMA INTEGRATO ACUFENI

IL PRIMO PROGRAMMA INTEGRATO PER LA DIAGNOSI ED IL TRATTAMENTO DEGLI ACUFENI ha preso il via nel 1998 dopo i Ns. studi sperimentali sulla "meccanica cocleare" e sulle "emissioni otoacustiche" iniziate nel 1985. Da allora il programma è stato aggiornato più volte in relazione al continuo progresso delle conoscenze scientifiche.

Il programma deve prevedere due differenti e successive fasi, una preliminare, esplicativa e di inquadramento diagnostico e clinico del paziente (A) ed una operativa o terapeutica (B); ciascuna fase è divisa in più stadi (1,2,3, ecc.):

  • fase A 1: incontro iniziale dei medici ed operatori sanitari con un gruppo di dieci-quindici pazienti, presso il Centro di Cura per Acufeni e Iperacusia: tale incontro di presentazione e di reciproca conoscenza ha una funzione esplicativa, divulgativa ed interattiva; vengono spiegate in maniera colloquiale le basi anatomiche, fisiologiche degli acufeni, le attuali possibilità generali di trattamento e le linee guida del programma di cura. Il paziente ha già l'immediata e precisa sensazione rassicurante che uno staff sanitario si occuperà specificamente, con pazienza ed esperienza, dei suoi acufeni;
  • fase A 2: alcuni pazienti nei giorni successivi all'incontro possono decidere di sottoporsi alla sola seduta di diagnosi e di inquadramento, presso il Centro di Cura per Acufeni e Iperacusia ove possibile, o presso Centri esterni che adottano lo stesso protocollo di cura, comprendente questionario acufenologico, esami della funzione uditiva, audiometria multifrequenziale, impedenzometria, valutazione qualitativa e quantitativa dell'acufene (acufenometria), test di soppressione dell'acufene, potenziali evocati uditivi e test cocleari quali le Emissioni Otoacustiche che data la loro importanza vengono effettuati con particolare approfondimento; dal questionario e dai vari esami effettuati è possibile tracciare un primo profilo acufenologico ed inquadrare il caso in funzione di un primo possibile approccio terapeutico (fase B);
  • fase B 1: dedicato ai pazienti che optano di sottoporsi all'intero programma operativo di trattamento; nel suo schema tipo tale fase si articola in sedute quotidiane di tipo ambulatoriale effettuate presso il Centro di Cura per Acufeni e Iperacusia nell'arco di tre giorni consecutivi, per una o più settimane successive a seconda della disponibilità dei pazienti e delle loro necessità cliniche; immediatamente dopo la seduta diagnostica e di inquadramento iniziale (fase A 2) viene intrapreso il programma terapeutico vero e proprio costituito da prove di inibizione acustica, sedute di stimolazione acustica ed elettrica, sedute di rilassamento e di bio-feedback con monitoraggio e correzione dei parametri di tensione muscolare ed altri parametri somatici, impostazione delle tecniche di riabilitazione (Retraining TRT) e prime sedute riabilitative con ausilio di specifici dispositivi acustici (generatori o mixer), impostazione del protocollo farmacologico ed evenuale test farmacologico per i soggetti con "acufene sinaptico cocleare";
  • fase B 2: alla fine della fase precedente il paziente porta avanti nel proprio ambiente di vita (casa, ufficio, ecc.) il trattamento riabilitativo di TRT per il tempo necessario secondo precisi indirizzi forniti dall'equipe medico-sanitaria del Centro e si attiva a contattare e ad essere contattato dagli operatori per un continuo aggiornamento della sintomatologia e del lavoro da svolgere;
  • fase B 3: il paziente, in base all'andamento del disturbo, si rende disponibile ad un ritorno periodico presso il Centro per un monitoraggio clinico strumentale strumentale e per un aggiornamento del programma di terapia.


    La Percezione sensoriale (cenni)

    La ns. cura degli acufeni, eliminata la causa di una patologia oggettiva, si basa sugli studi sulla PERCEZIONE umana.
    Tutto il flusso di stimoli sensoriali (udito, vista, tatto, odorato, ...) prima di raggiungere la ns. corteccia cerebrale, sede finale delle informazioni, passa attraverso numerosi "stadi" o "stazioni" di elaborazione, selezione, interpretazione e valutazione che modificano moltissimo il segnale originario.

    Rumore, Musica e STRESS (pdf 1.4 Kb)

    Questa elaborazione inconscia e velocissima evita un sovraccarico delle areee di elaborazione più avanzate e si basa sulle memorie od archivio delle informazioni sensoriali acquisite fin dall'inizio della vita.
    Tutti i segnali vengono inconsciamente esaminati e confrontati con la ns. banca dati (processo subliminare), identificato una informazione utile o di pericolo, questa viene inviato ai centri di analisi superiori.

    Fenomeni nuovi, un rumore sconosciuto, un fenomeno impulsivo come un'esplosione od una frenata brusca, possone essere "etichettati" come pericolosi.
    Anche un suono apparentemente inspiegabile, come un acufene causato da un fatto otologico patologico può provocare in un soggetto sotto stress un sintomo di proccupazione e di paura: tale suono può essere individuato come pericoloso.
    Eliminata la causa oggettiva della malattia che ha generato il disturbo, resta la memoria dell'acufene.

    Un segnale di pericolo o sconosciuto viene trasmesso ad altissima velocità al ns. sistema neurosensoriale.

    La zona centrale del ns. cervello, detta "limbo" racchiude una serie di strutture che sono alla base del meccanismo delle memorie, del controllo ormonale e della regolazione dei ns. ritmi fisiologici.

    L'amigdala ha un ruolo centrale nei meccanismi di ansia, paura, nervosismo, apprensione, spavento, fino ad arrivare al terrore ed alle psicopatologie come le fobie ed il panico.

    Le informazioni uditive arrivano al tronco encefalico per essere ritrasmesse al talamo; dopo elaborazione una via nervosa porta all'amigdala e all'ippocampo ed un'altra alla corteccia celebrale.
    L'ippocampo svolge la funzione di confronto e riconoscimento del segnale con quelli della banca dati.
    Se viene identificata un'informazione di pericolo o ritenuta tale, scattano dall'amigdala le reazioni d'allarme attivando l'ipotalamo, il tronco encefalico ed il sistema neurovegetativo.

    I sistemi mnemonici si concentrano sullo stimolo di pericolo e richiamano immediatamente tutte le informazioni per la scelta della reazione più opportuna per la tutela della salute o della vita in pericolo.

    L'ipotalamo reagisce alle situazioni di pericolo con la produzione dell'ormone corticotropo CRH che predispone la reazione di fuga o di attacco con la produzione di altri ormoni.

    Attraverso il midollo spinale, l'amigdala con il nucleo centrale invia segnali al sistema neurovegetativo che attiva una serie di reazioni complesse che riguardani i muscoli, l'intestino, il sistema cardio vascolare, ecc.; L'amigdala stimola il locus ceruleus ed il tronco cerebrale produce anche noradrenalina che si diffonde nel cervello.

    La noradrenalina fa aumentare la reattività del cervello ed amplifica la sensibilità del sistema sensoriale.

    L'amigdala fa scattare una reazione tipica alla paura: forte tensione muscolare, aumento della pressione sanguigna e dei battiti del cuore per predisporre una maggiore ossigenazione dei tessuti, rallentamento della respirazione, aumento della traspirazione, ecc.

    Nella zona limbica, amigdale ed ippocampo, si produce dopamina, una droga che fa aumentare l'attenzione sulla causa di pericolo e predispone tutto l'organismo all'opportuna reazione.

    Per l'essere umano le emozioni sono fondamentali in rapporto alla qualità della vita ed alle malattie.

    Quanto descritto non è altro che il processo di STRESS (pdf 305 Kb)

    Molte disfunzioni neurosensoriali, molte malattie e disturbi, come anche gli acufeni, superate le cause patologiche oggettive, si curano attraverso un processo di riabilitazione: tecniche di rilassamento psico fisico portano a ridurre lo stato di STRESS ed a correggere certe informazioni di pericolo, ridimensionandole ad una sensazione emotiva di normalità o di sopportazione coscente e controllata.

    Un paziente ha la necessità di stabilire un rapporto di fiducia con il proprio medico, il terapeuta, il tecnico o lo specialista: vuol essere ascoltato e capito;
    il rapporto interpersonale è il primo passo che, dopo una eventuale terapia farmacologica o chirurgica per eliminare la causa scatenante la patologia, porta il paziente verso la guarigione.

    Le tecniche orientali di meditazione e di rilassamento possono rivelarsi estremamente efficaci nella cura degli acufeni e nella riabilitazione della giusta percezione sensoriale (retraining).


    • GIA' RESPONSABILE E COORDINATORE TECNICO SCIENTIFICO DEL PROGETTO DI RICERCA "ACUFENI":
      Prof. Dr. G. Mario Mattia , fisico sperimentale, libero docente, ergonomo specialista in acustica, e consulente per la lotta all'inquinamento acustico, i disturbi da rumore e la loro risoluzione.
    • LO STAFF del Centro Acufeni ed Iperacusia deve essere composto, inoltre, da medici specialisti, terapisti della riabilitazione e, per gli aspetti più propriamente sociali, da volontari con esperienza specifica nel settore.

    Esperienza clinica del protocollo sperimentato: Su 1000 pazienti sottoposti al programma integrato, 800 hanno ottenuto la riduzione o la scompasa totale del disturbo ed hanno ritrovato una normale qualità di vita.
    Tali risultati non sono temporanei, ma consolidati e verificati dopo sei - dodici mesi di terapia.


    COMUNICAZIONE:

    Martedì 23 settembre 2003, ore 16.30, il Prof. Mario Mattia, fondatore e vice Presidente Esecutivo dell'A.I.R.S. ONLUS, per insanabili contrasti organizzativi con il socio Prof. Giancarlo Cianfrone, lascia l'Associazione e si dimette dall'incarico. (Statuto AIRS al 2003).

    La sede legale dell'A.I.R.S., ospitata gratuitamente in comodato dal 8 agosto 1995 presso lo studio del Prof. Mattia, viene trasferita a nuovo indirizzo.


    TINNITUS

    DISTURBI UDITIVI


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